Fabrizio De Andrè e Vincenzo Jannacci, Via del Campo
Il 26 agosto 2021 Federico Lugato è scomparso a Pralongo, in Val di Zoldo.
A seguito di appelli su stampa e social, nei 12 giorni successivi circa 400 persone volontarie civili si sono mosse per cercarlo nelle Dolomiti zoldane, oltre ai soccorsi ufficiali. Tantissime altre hanno partecipato alla raccolta fondi per finanziare le ricerche.
Federico è stato trovato il 13 settembre, a 19 giorni dalla sua scomparsa, senza vita, in località Col de Michiel. Originario di Trivignano (Venezia), abitava a Milano. Aveva 39 anni. Era silenzioso, ironico, sorridente, preciso, prudente, organizzato, generoso.
Se n’è andato facendo tutto il rumore e il casino che non aveva mai fatto in vita. E così ci ha fatto il suo regalo più grande: ci ha fatto diventare una famiglia. In quei 12 giorni di ricerche “civili” sono nate amicizie che dureranno per sempre, e si sono creati legami più profondi di quelli di sangue, tra persone generose che condividono gli stessi valori.
Ora è il nostro turno di restituire tutto quello che abbiamo ricevuto, aiutando chiunque abbia bisogno di cercare una persona cara scomparsa, in montagna ma non solo. Per questo abbiamo fondato nel 2022 l’associazione Sfantà.
Quei 19 interminabili giorni in Valzoldana hanno cambiato le nostre vite per sempre. Hanno costruito un legame tra di noi, per sempre.
Non ci ha unito solo la ricerca di Federico, ma qualcosa di più profondo: abbiamo capito di condividere valori forti e imprescindibili, fondanti. Valori che raccontano quello che siamo.
Non sempre la strada più battuta è la migliore. La nostra forza è la creatività. Usiamo il pensiero laterale, la comunicazione e la tecnologia per raggiungere i nostri obiettivi in modo più sicuro, veloce, efficace di quanto sia stato fatto finora.
Crediamo che la cosa più bella del mondo siano le persone. Vogliamo costruire rapporti profondi, sinceri, duraturi. E vogliamo aiutare con tutta la nostra forza, la nostra esperienza e la nostra determinazione chi rischia di perdere i propri affetti.
Amiamo la montagna, ma la montagna non è il nostro mestiere. Noi ci occupiamo di comunicazione e tecnologia. Per questo mettiamo al servizio delle persone quello che sappiamo fare meglio, con coscienza, senza strafare.
La montagna insegna il rispetto. Per le persone, per la natura, per la diversità. Accogliamo chi la pensa come noi, ascoltiamo con apertura chi ha opinioni ed esperienze differenti. Crediamo nell’unicità e nella ricchezza di ogni persona.
Anche nelle situazioni più drammatiche, difficili, complesse, sappiamo trarre forza dalla squadra. Sappiamo sorridere nella fatica, siamo ironici e autoironici. Non siamo pallosi e perfettini, ci piace bere e mangiare, in perfetto stile montanaro.
Siamo gente di montagna: andiamo avanti finché non raggiungiamo la vetta che abbiamo deciso di raggiungere. Non ci lasciamo spaventare da qualche nuvola, non perdiamo di vista l’obiettivo. E se ogni tanto deviamo dal sentiero, sappiamo ritrovare la strada.
All’inizio è arrivato chi amava Federico. Poi è arrivato chi ama la montagna. Abbiamo vissuto insieme 19 giorni di angoscia, speranza, delusione, dolore, amore puro.
Ora siamo una famiglia, perché abbiamo scelto di esserlo (e come una famiglia ogni tanto ci accapigliamo pure).
Elena Panciera, presidente
Roberta De Salvador, vicepresidente
Nicoletta Lugato, socia fondatrice
Greta Munerotto, direttivo
Ignazio Zanotti, direttivo
Lidia Allevi, socia fondatrice
Francesco Furlan, socio fondatore
Marco Giacomassi, socio fondatore
Francesca Lugato, socia fondatrice
Francesco Osti, socio fondatore
Matteo Tosato, socio fondatore
Federica Zarri, socia fondatrice
Sfantà è un verbo che non ha un corrispondente esatto in italiano. Nel dialetto semiladino parlato in Val di Zoldo significa “perdere momentaneamente”.
Si possono sfantà delle chiavi in casa, oppure un foglio sulla scrivania, tra tutti gli altri. Una cosa sfantada non è davvero persa: è vicina, ed è destinata a essere ritrovata presto.
Questo è quindi il nostro augurio per chi si trova nella situazione che abbiamo vissuto noi: poter ritrovare rapidamente la persona cara scomparsa.
Sfantà è un verbo che non ha un corrispondente esatto in italiano. Nel dialetto semiladino parlato in Val di Zoldo significa “perdere momentaneamente”.
Si possono sfantà delle chiavi in casa, oppure un foglio sulla scrivania, tra tutti gli altri. Una cosa sfantada non è davvero persa: è vicina, ed è destinata a essere ritrovata presto.
Questo è quindi il nostro augurio per chi si trova nella situazione che abbiamo vissuto noi: poter ritrovare rapidamente la persona cara scomparsa.